ESTRATTO DALLA MIA ULTIMA INTERVISTA SUL SITO GREEDA.IT -> https://greeda.it/viaggio-brina-alimentazione-veg/
By Mariasole Vadalà 💚
Bisogna saperci stare nel cambiamento, Sabrina Steriti ne è addirittura stimolata: dopo aver aperto uno dei primi ristoranti vegetariani a Torino, poi divenuto vegano, qualche mese fa ha venduto l’attività per diventare a tutti gli effetti una nomade digitale. Sul suo account Instagram e sulla pagina privata Facebook racconta al suo nutrito pubblico ricette plant-based. È autoironica, accomodante e per nulla spocchiosa. Il giusto mix per avvicinare le persone a uno stile di vita eticamente più giusto, meno impattante sull’ambiente e più sano.
Ci racconti la tua storia?
Non pensavo di trovarmi a fare quello che faccio oggi ma ho sempre vissuto con un senso di fiducia del tipo: “Non so bene cosa sto facendo ma sento che la direzione è quella giusta”. Diventata ingegnera (laureata in Ingegneria del cinema e dei mezzi di comunicazione, ndr) ho voluto fare delle esperienze di vita all’estero prima in Australia, poi in Indonesia e in Nuova Zelanda. Qui mi si è aperto un mondo, intanto perché ho iniziato a lavorare nel settore della ristorazione, poi perché mi sono avvicinata all’alimentazione vegetariana. Dopo aver visto una serie di documentari tra cui Samsara ho deciso di modificare la mia dieta e, trovandomi all’estero, ho avuto la possibilità di assaggiare piatti e cibi incredibili completamente plant-based.
Crêpes alla zucca, ma che bontà!
Dopo aver viaggiato tanto, quanto è stato impegnativo portare le tue idee sull’alimentazione nella Torino di qualche anno fa? Come sei stata accolta?
Mentre lavoravo presso il ristorante di un resort in Indonesia ho conosciuto un elettricista e un’architetta che avevano deciso di aprire lì un ristorante italiano e stavano andando alla grande. Allora ho pensato che se ce l’avevano fatta loro potevo fare lo stesso anche io. Da quel momento ho proprio immaginato che – una volta tornata a casa – mi sarebbe piaciuto far conoscere l’alimentazione vegetariana, all’epoca ancora poco conosciuta in Italia.
Ho iniziato facendo la cuoca a domicilio perché, oltre a farmi un business plan, ho dovuto testare il mercato. A San Salvario sono arrivata nel marzo 2017, non ero la prima a Torino ma sono stata la prima ad effettuare le consegne a domicilio in bicicletta con i miei corrieri (ho anticipato pure Glovo). Sono stata anche la prima ad avere il packaging biodegradabile che, soprattutto inizialmente, era un incubo reperire: attese interminabili per ricevere le confezioni e prezzi altissimi difficili da ammortizzare (55-60 centesimi cadauna) su un pasto da 5-7 euro.
La cosa interessante è che tantissimi clienti non erano vegetariani. Mi è sempre piaciuta l’idea di includere tutti quanti in questo progetto, per questo motivo non ho mai utilizzato un termine che identificasse Il Baracchino Itinerante in senso stretto, quindi né veg né plant-based. Una cliente addirittura, dopo un anno che ordinava, mi ha chiesto se poteva cambiare un ingrediente con il tonno, io l’ho guardata incuriosita e le ho detto: “Scusa ma è un anno che ordini e non ti sei mai accorta che l’alimentazione qui è veg?”, lei mi ha risposto di no.
Pasta al ragù di lenticchie, una grande scoperta!
Non è mai stato un errore di comunicazione, desideravo che il mio progetto abbracciasse davvero tutti.
Perché dopo questo lungo percorso, quando le cose ormai funzionavano alla grande, hai deciso di vendere l’attività?
È stata una scelta che ho maturato nel 2019, non è dovuta alla pandemia. Analizzando il mio percorso devo dire che ho lavorato tantissimo un po’ per necessità, un po’ perché faticavo a delegare a un’altra persona il lavoro in cucina. Sono stati anni bellissimi ma altrettanto faticosi. Mi sono dovuta fermare a ragionare sul fatto che non potevo dare da mangiare a tutti e trascurare me stessa.
A questo si univa il fatto che mi sentivo un po’ costretta nel vivere a Torino, sebbene il piacere di cucinare per gli altri mi fosse rimasto, ho iniziato a pensare che fosse più interessante e costruttivo insegnare a cucinare delle ricette plant-based, a fare la spesa in modo sostenibile, a mangiare bene per la propria salute.
In fondo il luogo fisico limitava molto il mio progetto. L’idea è stata di “decentrarmi” proprio perché volevo che il messaggio raggiungesse un pubblico più ampio.
Che differenza c’è tra alimentazione plant-based e alimentazione vegana?
Non amo queste etichette né le definizioni. Diciamo che l’alimentazione plant-based è a prevalenza vegetale e naturale (dato che si prediligono alimenti non processati industrialmente né raffinati), è più flessibile (puoi anche essere plant-based al 99% e un giorno all’anno concederti quell’alimento che ami e a cui non puoi fare a meno) ed è molto attenta alla salute. Vegano ha una connotazione più etica.
Credi che Il Baracchino Itinerante abbia spinto i suoi clienti a rapportarsi in un modo nuovo con il cibo? Voglio dire, pensi che la tua missione sia stata anche culturale?
Secondo me sì, ho sensibilizzato su argomenti come la spesa sostenibile, lo spreco alimentare e l’importanza di una nutrizione salutare. A volte ricevo foto di piatti colorati da persone che non avevano mai neanche provato a mettersi ai fornelli ma che si sentono stimolati dai miei contenuti. Mi piace l’idea di dare un contributo tangibile e concreto alla community.
Ho letto le tue mini-guide e ho già testato diversi piatti (davvero deliziosi), come è nata l’idea e perché?
Ero in Portogallo e ho deciso di raccogliere nella prima guida una serie di consigli pratici per una spesa sostenibile ed economica. Ho iniziato a ricevere diverse domande a riguardo e a catena, nel giro di poche settimane, ne ho preparate tantissime. Si possono ricevere gratuitamente in cambio di visibilità (basta seguire la sua pagina, taggare tre amici nei commenti e condividere il post nelle proprie storie, ndr) oppure donandomi una o più spremute d’arancia per sostenere il mio lavoro su Buy me a coffe.
Sono troppo curiosa, adoro le liste e le classifiche, ci dici qual è il tuo alimento e la tua ricetta preferita?
Sono una grandissima fan della pizza margherita che, anche con il formaggio vegano, è buonissima, provare per credere. Aggiungo la pasta al pesto con gli anacardi. Infine i funghi cucinati in tutti i modi per via del loro gusto deciso.
Le mie ricette preferite sono la Buddha bowl, l’hummus e il Pad thai.
Brina e l’amata Buddha bowl.
Oltre all’alimentazione plant-based quali altre azioni sostenibili porti avanti nel quotidiano?
Zaino gigante per evitare i sacchetti, mi muovo solo in bici, faccio pochissimi acquisti e sono sempre di seconda mano da Humana o al Balon.
Fai un augurio alle nostre lettrici e ai nostri lettori per questo 2021.
Auguro a tutti di essere presenti, consapevoli e capaci di apprezzare ogni piccola cosa, perché nulla ci è dovuto, e questo anno ce lo ha insegnato.
Ecco dove trovare Sabrina e le sue mille ricette plant-based: