Il mistero di Tutankhamon – Cap. 1

Il mistero di Tutankhamon – Cap. 1

Jul 08, 2022

Tengo gli occhi sul marciapiede davanti a me, il traffico della mattina che fa da sottofondo al mio ultimo tratto di strada verso il British Museum. Sorseggio il caffè mentre sento il cellulare vibrarmi nella tasca, un continuo ronzio che cessa per un mezzo secondo e poi riprende senza tregua, ma lo ignoro.

Ho fatto le ore piccole in ufficio ieri, per risolvere i casini creati da mio cugino Anton, e adesso ho bisogno di un po’ di tempo tutto per me per documentarmi a dovere. Abbiamo un nuovo ospite a casa e per quanto abbia seguito un corso di aggiornamento sull’antico Egitto un paio di anni fa, non sono abbastanza preparata per occuparmi di un tale pezzo grosso.

È forse il caso più importante che ci è capitato negli ultimi tempi. Di certo è il mio caso più importante.

Non è da tutti aver assistito al risveglio del faraone… cioè, non è da nessuno assistere al risveglio di alcun faraone, però ieri Tutankhamon si è risvegliato dal sarcofago e be’, il grido di “Apocalisse Zombie” si è diffuso peggio di un pettegolezzo sull’area 51.

Non esiste, sappiatelo, perché tutto ciò che dovrebbe contenere lo facciamo sparire io e la mia famiglia. Chi ci conosce ci chiama Occultatori di Memorabilia e se facciamo bene il nostro lavoro, nessuno saprà mai la verità.

Il caso di Tutankhamon, invece, ci è sfuggito di mano. Insabbiarlo… ehm, fingere che fosse una finzione ha richiesto uno sforzo non indifferente. Da qui le ore piccole in ufficio per sviare i media, organizzare una squadra di recupero e impedire a qualche leader un po’ troppo zelante di interferire con il nostro lavoro. Al pensiero un brivido mi percorre, e mi accompagna anche mentre attraverso la strada e mi avvicino all’ingresso. Gli americani erano già pronti a sfoderare pistole e timbri “TopSecret” per accaparrarsi il caso e poter finalmente fare ciò che il resto del mondo già crede che faccia. E questa è solo colpa di mio cugino, che si è addormentato durante il suo turno ai monitor di controllo.

Sbuffo, con la guardia all’ingresso che nota il mio tesserino e mi permette di saltare la coda di visitatori già ammassati fuori come pecore. Non che lavori qui, ma è utile conoscere l’egittologo del museo.

Jim è… che dire? Siamo usciti una volta, per bere qualcosa senza impegno e capire se sapesse come vincere una maledizione egizia, e mi sono ritrovata sotto una sassaiola di domande su che tipo di lavoro facessi per voler tutte quelle informazioni.

Diciamo che ne ho citato uno pressoché vicino a quello vero… No, neanche lontanamente, ma Jim questo non lo deve sapere. E gli sorrido conciliante quando lo trovo ad accogliermi all’ingresso della sezione dedicata all’Antico Egitto.

«Ah, la mia scrittrice horror preferita! Come va, Carmen?»

«Psicanalizzo i mostri.» Lo fa ridere. È vero, ma pensa sempre che sia una battuta. «Benone, Jim. Tu, hai iniziato a parlare con qualcuno degli ospiti del museo?»

«Sempre monologhi da questa parte della teca. Nulla di nuovo.» Si sistema gli occhiali tondi, l’arco del naso prominente a dargli il classico aspetto da studioso saccente. «Allora, da cosa deriva tutta questa fretta di saperne di più su Tutankhamon? Sei troppo intelligente per aver creduto anche tu allo scherzo fatto ieri alla sua tomba.»

«Certo, una scemenza.» Che abbiamo reso tale appena in tempo. «Deve essere stato un vero idiota per decidere di vestirsi da mummia. No, sono qui perché, a parte l’idiozia, mi ha dato un’idea per un nuovo romanzo e voglio sapere tutto ciò che è stato scoperto sul faraone.»

«Ah-ah, lo sapevo! Finirò ancora tra i ringraziamenti?»

Sì, alla fine l’ho scritto davvero il libro su una maledizione egizia. Quel caso ha quasi rischiato di ammazzarmi, il minimo che potessi fare era averne un guadagno di qualche tipo.

«Vedremo» dico con un occhiolino. «Allora, cosa sai dirmi sul faraone?»

«Nebkheperura Tutankhamon, re per circa vent’anni» inizia Jim invitandomi ad avanzare tra le teche. «Non è stato un sovrano longevo, considerato che ha ereditato il potere in tenera età ed è stato affiancato da un consiglio di reggenza.»

«Da chi era composto?»

«Da tre individui: Ay, il Padre divino e probabile prozio, o zio, del sovrano, Maya, la sovrintendente reale, e Horemheb, comandante dell’esercito e voce della ragione del ragazzo.»

Appunto i nomi in un angolo della mente, la possibilità di utilizzarli in futuro che si fa allettante di minuto in minuto. Jim prosegue con la spiegazione, nomi e fatti della vita del faraone che lo portano a snocciolare nomi e date, personalità e azioni che hanno influenzato gli anni del suo regno fino alla morte.

«Le cause non sono chiare» prosegue, aggirando un gruppo di turisti. «Si passa da una caduta da cavallo non accidentale, al decorso di una malattia ereditaria, o di una malattia in generale.»

«Sempre per la mancanza di fonti certe di cui parlavamo la scorsa volta?»

Annuisce. «Esatto. E per l’ovvia distanza temporale, oltre che per l’interpretazione dei geroglifici.»

Insomma, tante informazioni impossibili da verificare con dati affidabili. Potrei guardare nei nostri archivi per vedere cosa ne ricavo, anche se non ho grandi aspettative a tal proposito. Puntavo tutto sul museo e sul mio egittologo di fiducia.

«Sono stati però ricavati dei dati interessanti dalla sua tomba e da alcuni esami di laboratorio eseguiti sulla mummia.»

Questo si è che è interessante. «Del tipo?»

«È stato riscontrato che soffriva di brachicefalia ed equinismo al piede destro.»

Testa più larga che lunga e piede deforme, dunque. «Decisamente invalidante, per l’epoca. Utilizzava qualche sostegno per camminare?»

«Domanda esatta» si congratula con un sorriso. «Sì, un bastone e ne sono stati rinvenuti oltre cento nel luogo di sepoltura. In più aveva una necrosi al piede sinistro, con la gamba fratturata, e può essere una delle concause di morte.»

Mmh, curioso. Dalle prime analisi fatte nella notte al nostro ospite non risulta nulla di tutto ciò. Anche perché c’è un’evidente contraddizione: se la mummia che è stata scoperta nel sarcofago e analizzata dagli egittologi è quella di Tutankhamon, di chi è quella che mi aspetta a casa?

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